Mario Cecchi Gori Wikipedia


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Mario Cecchi Gori

Mario Cecchi Gori (Brescia, 21 marzo 1920[1] – Roma, 5 novembre 1993) è stato un produttore cinematografico italiano, con oltre 200 film all’attivo realizzati con i principali registi italiani, tra i quali Damiano Damiani, Dino Risi, Ettore Scola, Federico Fellini, Mario Monicelli e Carlo Verdone.

Indice

  • 1 Biografia
    • 1.1 Presidente della Fiorentina
  • 2 Riconoscimenti
  • 3 Filmografia parziale
  • 4 Note
  • 5 Voci correlate
  • 6 Altri progetti
  • 7 Collegamenti esterni

Inizialmente autista di Dino De Laurentiis e così anche di Vittorio De Sica, alla fine degli anni cinquanta cominciò a produrre film con società come la Maxima Cinematografica, la Fair Cinematografica e la Capital Cinematografica, divenuta dal 1983 Cecchi Gori Silver Film e dal 1987 Cecchi Gori Group Tiger Cinematografica. Puntò molto su attori come Totò, Alberto Sordi e Vittorio Gassman. Dal 1980 il figlio Vittorio cominciò a collaborare con lui, e dalla metà degli anni ’80 Mario entrò anche nella distribuzione cinematografica, oltre che nella produzione di film popolari, prendendo il posto di grandi compagnie italiane che nel frattempo avevano ridotto la loro posizione sul mercato, come la Cineriz e la Titanus. Sul finire degli anni ’80 Mario e Vittorio si unirono con la Silvio Berlusconi Communications dando vita alla Penta Film, impegnata nella produzione e distribuzione sia cinematografica che televisiva.

Ha prodotto, fra gli altri, i film Lamerica di Gianni Amelio (che ha ricevuto il premio come miglior film agli European Film Awards 1994), e Il postino di Michael Radford e Massimo Troisi del 1994, che è stato il secondo film non in lingua inglese (dopo Sussurri e grida di Ingmar Bergman del 1972) a essere nominato nella categoria miglior film ai Premi Oscar 1996. Un suo cameo è presente nel film Sing Sing, dove interpreta un commissario di polizia.

Morì a Roma per problemi cardiaci il 5 novembre 1993.[2] È sepolto nel cimitero monumentale delle Porte Sante in Firenze assieme alla moglie Valeria Pestelli (1921-2002).[3]