Lho conosciuto e ho pensato fosse perfetto


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Scoperta la targa per Mario Brega in occasione del centenario dalla sua nascita nella via in cui ha vissuto per più di 30 anni: il ricordo della famiglia e di Carlo Verdone.

“Sta mano po esse fero e po esse piuma: in quella frase è racchiusa l’essenza di Mario Brega, un principe del popolo – ha detto la nipote Francesca durante la presentazione della targa in sua memoria, in occasione del centenario dalla sua nascita. La targa è stata scoperta questo pomeriggio, sabato 25 marzo, al civico 18 di via Oderisi da Gubbio, in zona Marconi , dove l’attore ha vissuto per oltre 30 anni: presenti all’evento, insieme a tanti amatori e amatrici di Brega, anche il sindaco di Roma e Carlo Verdone.

Il ricordo di Carlo Verdone

A presentare la targa insieme al sindaco anche Carlo Verdone: “È bello ricordare questo grandissimo caratterista romano, ma amato in tutta Italia: perché con quei film è entrato poi nell’immaginario collettivo – ha dichiarato – Le olive greche, so comunista così, quante battute”, ha detto prima di essere interrotto da un Ah Covelli, forza Roma!, da una celebre scena di Vacanze di Natale.

Carlo Verdone e la foto della targa in memoria di Mario Brega. Con lui il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.

“Lo conobbi a casa di Sergio Leone: all’epoca stavo cercando di chiudere il cast di Un sacco bello: mancava ancora il ruolo del padre – ha ricordato Verdone – Quando ad un certo punto entrò nel salotto questo omone con gli occhiali, una grande croce d’oro, la camicia aperta. Ah Sergio, guarda che t’ho portato: le melanzane, i carciofi, le arance, t’ho portato tutto, ha detto. Ho chiesto a Sergio chi fosse: mi ha detto che aveva lavorato ai mercati generali e con lui, ad esempio in Per un pugno di dollari. E in quel momento ho pensato che fosse perfetto“.

Il ricordo della famiglia

Come anticipato, hanno partecipato all’evento anche alcuni dei suoi nipoti: “Siamo qui per rappresentare lo zio alla commemorazione del centenario della nascita. Sono rimasta piacevolmente sorpresa e lusingata dell’invito: significa che la memoria di zio è ancora viva e forte a Roma”, ha esordito Francesca.

“Zio Mario era un personaggio nei suoi ruoli cinematografici, ma anche nella vita tanto da risultare difficile per chi non lo conoscesse intimamente distinguere quale fosse il caratterista e quale l’interprete –  ha continuato – Era una persona generosa, aggettivo che non va relegato esclusivamente all’ambito economico, ma anche e soprattutto a quello sociale: ci sono tante testimonianze di persone che hanno in qualche modo beneficiato di questa sua generosità. Penso che questo lato trasparisse anche dai personaggi che interpretava nei film: aveva un viso da burbero ma gli occhi da buono“.

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